Libretto Postale o Conto Deposito – Come Scegliere
I libretti ed i buoni postali rappresentano un punto fermo degli investimenti degli italiani, ma convengono ancora realmente? Quali differenze dai conti deposito?
Le Poste Italiane con la nascita della sezione Bancoposta hanno ampliato gli orizzonti dei risparmiatori attraverso un’offerta più “accattivante” grazie all’inserimento, nella propria gamma di prodotti, di strumenti finanziari più al passo con i tempi, come fondi di investimento, polizze Index e fondi immobiliari.
Una scelta che ha portato al sacrificio ‘commerciale’ di prodotti che fanno parte della tradizione proprio di poste italiane, come i buoni postali e i libretti di risparmio per i quali è stato mantenuto un discreto livello di sicurezza (rientrando negli investimenti a basso rischio) ma con un sacrificio dal punto di vista dei rendimenti .
Caratteristiche libretti postali e buoni fruttiferi
Per quanto riguarda i primi non c’è molto di nuovo da dire, eccezion fatta per la possibilità di poterli usare per fare operazioni di accredito e pagamento e, di contro, la riduzione del rendimento, ormai ben al di sotto dell’1% lordo, tranne il caso di offerte e tassi promozionali.
Ciò è dovuto dal fatto che le poste italiane stabiliscono il tasso sui libretti postali in funzione dell’andamento delle aste dei Bot. Non si segue invece la logica dell’approvvigionamento di liquidità tipica dei conti deposito (che li rende quindi più concorrenziali).
I Buoni postali sono entrati nella cultura del risparmio italiano, grazie al meccanismo degli elevati rendimenti che si raddoppiavano, o anche triplicavano, in funzione delle scadenze.
Il sistema dei rendimenti è però completamente cambiato, con tassi di interesse molto più modesti ed un sistema di capitalizzazione composta degli interessi stessi che non sempre è in grado di battere l’inflazione.
Tuttavia la scelta sulle tipologie è diventata più varia (con l’inserimento dei buoni indicizzati o dei buoni con cedola), sia per il tipo di remunerazione che per le scadenze (dai 18 mesi ai 30 anni).
Meglio i buoni postali o i conti deposito?
Chi vuole mettere da parte una somma e non pensarci per un bel po di tempo, può trovare nei buoni postali una soluzione più adatta alle proprie necessità, dal punto di vista temporale, mentre per quanto riguarda i rendimenti la scelta spesso è poco vantaggiosa, in quanto il rendimento dei conti deposito tende ad essere più elevato, sia nel brevissimo che nel breve periodo.
Basti considerare che in base alle più recenti emissioni di Buoni postali a tre anni, il rendimento (sempre al lordo delle imposte) per i primi due anni è stato dell’1% (come un conto deposito libero), per salire al 2,40% per il terzo anno, dove si trovano rendimenti ben più elevati nel caso dei conti deposito con vincoli già a 24 mesi (anziché 36 dei Buoni postali).
Anche considerando la differente aliquota (12,5% per i Buoni postali e 20% per i rendimenti sui conti deposito) generalmente rimane un margine maggiore in favore di questi ultimi. Se i dubbi sono sull’imposta di bollo, non c’è alcun bisogno di fare differenze, dal momento che sono assoggettati alle stesse modalità (1,5 per mille sul capitale con un minimo di 34,20 euro), con esenzione sui Buoni postali per importi inferiori ai 5 mila euro. Una differente valutazione va infine fatta in materia di successione dato che solo i Buoni postali sono esenti dall’imposta.