Come Diventare un Restauratore

Come Diventare un Restauratore

Il restauratore è lo specialista che effettua interventi volti alla reintegrazione e conservazione di un’opera d’arte, nel rispetto della sua collocazione storica e temporale e dei valori tecnici, emotivi e creativi espressi dall’artista.
E’ in grado di analizzare e interpretare lo stato di conservazione dei beni, valutando quanto le condizioni ambientali possano influire sulla sua conservazione.
Sceglie le tecniche migliori per gli interventi conservativi e di restauro e i materiali più adatti; elabora il progetto tenendo conto anche degli aspetti giuridici, economici e amministrativi del lavoro che dovrà fare.
Esegue indagini, rilievi, misurazioni, perizie e collaudi tecnici e può avere la funzione di consulente tecnico, perito e arbitro.
Può occuparsi, inoltre, della redazione di testi e pubblicazioni scientifiche e divulgative; può anche scegliere la strada della didattica.

Le specializzazioni e gli ambiti nei quali interviene sono molti
-oggetti appartenenti a privati: mobili antichi, gioielli, dipinti, ceramiche;
-beni culturali dello Stato: vetrate, materiali lapidei, mosaici, gessi, affreschi, arazzi, libri, pergamene, strumenti musicali;
-opere architettoniche: palazzi, facciate di edifici antichi e tutto ciò che ha fatto storia e che è sottoposto costantemente al degrado ambientale e del tempo;
-reperti archeologici: pezzi di estrema delicatezza e unicità, per ripristinare i quali il restauratore deve aver raggiunto un alto livello di specializzazione.

L’attività del restauratore si svolge nei laboratori di restauro, che potremmo definire
-fissi, riferendoci alle botteghe artigiane, a stanze debitamente attrezzate di uffici pubblici o di imprese private;
oppure
-mobili, se approntati là dove si trovano le opere d’arte, quali ad esempio chiese, edifici, monumenti di notevoli dimensioni o affreschi.

Gli orari di lavoro sono flessibili, dettati dall’esigenza di salvaguardare, nel lavoro di restauro dell’opera, le sue caratteristiche storico artistiche originarie.

Formazione
Per l’apprendimento di questa professione sono fondamentali il tirocinio e l’esperienza pratica, fatti presso una bottega già operante, in cui è possibile prendere contatto con l’oggetto d’arte, studiare e utilizzare materiali vecchi e nuovi, venire a conoscenza dei metodi di pulitura, protezione e conservazione.
Ma il restauratore raggiunge un buon grado di professionalità e di specializzazione se, oltre all’esperienza pratica, compie un percorso formativo adeguato.
In Italia esistono scuole di restauro, istituite con Decreto Ministeriale del MIBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che rilasciano un diploma equiparato a una laurea magistrale. I corsi a ciclo unico hanno durata quinquennale. L’ammissione avviene mediante concorso pubblico. E’ necessario possedere il diploma di scuola secondaria di secondo grado. Queste scuole prevedono un’attività di formazione sia teorica sia pratica e sono tra le più accreditate per la metodologia d’insegnamento.

E’ possibile, inoltre, frequentare il corso di laurea in Conservazione dei beni culturali nelle sedi universitarie di molte città italiane. Per maggiori informazioni consultare il sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Chi abbia conseguito la laurea in Lettere, Architettura, Ingegneria civile o edile può accedere al biennio di specializzazione in Restauro dei Monumenti, al temine del quale viene rilasciato il titolo di Specialista in restauro dei monumenti.
Varie sono anche le attività di formazione promosse su tutto il territorio nazionale dalle Regioni. Questi corsi, in genere, sono gratuiti e rilasciano attestati di qualifica o diplomi validi ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici.

Per ulteriori approfondimenti sul profilo professionale del restauratore consultare la normativa nazionale di riferimento:
-Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24/02/2004 – Supplemento Ordinario n. 28 e successive modifiche e integrazioni.
-Decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali 26 maggio 2009, n. 86 “Regolamento concernente la definizione dei profili di competenza dei restauratori e degli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro o altre attività di conservazione dei beni culturali mobili e delle superfici decorate di beni architettonici, ai sensi dell’art. 29, comma 7, del d.lgs. n. 42 del 2004, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 160 del 13/07/2009.
-Decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali 26 maggio 2009, n. 87 “Regolamento concernente la definizione dei criteri e livelli di qualità cui si adegua l’insegnamento del restauro, nonché delle modalità di accreditamento, dei requisiti minimi organizzativi e di funzionamento dei soggetti che impartiscono tale insegnamento, delle modalità della vigilanza sullo svolgimento delle attività didattiche e dell’esame finale, del titolo accademico rilasciato a seguito del superamento di detto esame, ai sensi dell’articolo 29, commi 8 e 9, del Codice dei beni culturali e del paesaggio”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 160 del 13/07/2009.

Accesso alla professione
Per l’accesso alla professione di restauratore è necessario fare riferimento al Decreto Ministeriale n. 53/2009.
La qualifica di restauratore dei beni culturali può essere acquisita, previo superamento di una prova di idoneità con valore di Esame di Stato abilitante, da chi
-alla data di entrata in vigore del Decreto del Ministro 24 ottobre 2001, n. 420, ha svolto per un per periodo di almeno quattro anni attività di restauro dei beni in proprio o come dipendente, con responsabilità diretta nella gestione tecnica dell’intervento, con regolare esecuzione certificata dall’autorità preposta alla tutela dei beni;
-ha conseguito o consegua un diploma di restauro presso le Accademie di Belle Arti con insegnamento triennale, purché risulti iscritto ai relativi corsi prima del 31 gennaio 2006;
ha conseguito o consegua un diploma presso una scuola di restauro statale o regionale di durata non inferiore a due anni, purché risulti -iscritto ai relativi corsi prima della data del 31 gennaio 2006;
-consegua un diploma di laurea specialistica in Conservazione e restauro del patrimonio storico-artistico, purché risulti iscritto ai relativi corsi prima della data del 31 gennaio 2006.

Può, invece, ottenere la qualifica di collaboratore-restauratore chi
-ha conseguito un diploma di laurea triennale in Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali o un diploma in restauro presso le Accademie di Belle Arti con insegnamento almeno triennale;
-ha conseguito un diploma presso una scuola di restauro statale o regionale di durata non inferiore a tre anni;
alla data del 1° maggio 2004 ha svolto lavori di restauro, anche in proprio, per non meno di quattro anni. L’attività svolta deve essere dimostrata tramite dichiarazione del datore di lavoro o autocertificazione dell’interessato;
-essendo ammesso a sostenere la prova di idoneità ed essendo poi risultato non idoneo ad acquisire la qualifica di restauratore di beni culturali, venga invece giudicato idoneo a ottenere la qualifica di collaboratore-restauratore di beni culturali.

Per poter avviare un’attività autonoma è necessario iscriversi all’Albo delle Imprese Artigiane presso la locale Camera di Commercio[3].
Inoltre, ai liberi professionisti è richiesto di
-aprire una partita IVA
-ottenere l’autorizzazione dall’ASL per l’area adibita a laboratorio
-regolarizzare la propria posizione con INAIL e INPS.

Coloro che intendono lavorare come restauratori presso le Pubbliche Amministrazioni devono superare gli appositi concorsi.

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