Sistemi di Gestione del Tasso di Cambio

Sistemi di Gestione del Tasso di Cambio

Per meglio capire le dinamiche che governano il Forex, è indispensabile conoscere i vari sistemi attraverso i quali avviene la gestione delle valute.

Sistemi a tasso di cambio collegato
Mentre in passato i tassi di scambio tra valute erano fissi, dal 1973 il sistema a tasso di cambio flessibile è diventato sempre più lo standard adottato tra i paesi industrializzati. Nel sistema a tasso di cambio flessibile una moneta viene lasciata fluttuare rispetto alle altre, governata da tutta una serie di variabili, dirette e indirette.

Il tasso di cambio, essendo così vitale per le sorti economiche di un paese, è attivamente gestito o influenzato con misure dirette o indirette da parte delle banche centrali e/o dei funzionari governativi (ministeri delle finanze). Vediamo di conoscere i vari sistemi di gestione del Tasso di cambio.

Tasso di cambio collegato

E’ il caso in cui un paese decide di mantenere il valore della sua moneta costante nei confronti della valuta di un altro paese, detta anche “valuta di ancoraggio”. Quest’ultima, solitamente, è la moneta di un importante e geograficamente vicino partner commerciale.

Ad esempio la Danimarca, pur non avendo aderito all’introduzione dell’euro, ha agganciato la sua moneta, la corona danese (DKK), all’euro, dal momento che commercia prevalentemente con i paesi UE.

Ciò implica che la corona danese si muoverà all’unisono con l’euro nei cross con altre valute, e quindi se l’euro si rafforza rispetto al dollaro USA altrettanto farà la corona danese.

E’ evidente che, un Paese che opera questa scelta, deve gestire la sua politica monetaria in conformità con la valuta a cui è ancorata.

Sistemi semi-fissi
I sistemi di gestione del tasso di cambio semi-fissi lasciano spazio per le variazioni dei tassi di cambio provocate dalle forze di mercato, mentre le banche centrali cercano attivamente di guidare il mercato.

– Gestione per fascia di oscillazione

Prima di adottare l’euro, la maggior parte dei paesi dell’Unione europea adottava il Exchange Rate Mechanism, un accordo in base al quale le banche centrali operavano affinchè le rispettive monete restassero all’interno di una certa fascia rispetto al marco tedesco. Se una valuta raggiungeva il limite superiore o inferiore di tale fascia, la banca centrale del paese avrebbe adeguato i tassi d’interesse pur di mantenere il tasso di cambio all’interno della fascia concordata.

– Gestione per area target

E ‘simile al precedente, ma ogni banca centrale può fissare una zona target dove si desidera avvenga il commercio della propria valuta nei confronti delle altre. E’ possibile intervenire o no per a mantenere il tasso di cambio all’interno della zona prescelta.

– Gestione collegata a panieri.

In questo caso un paese collega la sua moneta a un paniere di altre valute, anziché una sola. Il 21 luglio 2005, la Repubblica Popolare Cinese, ha sganciato la propria valuta, lo yuan, dal dollaro USA al fine di consentire l’approccio a un sistema di fluttuazione controllata. Ora è collegata ad un paniere di valute, comprendente i principali partner commerciali, quali Giappone, Corea ed Europa. Il tasso di cambio può essere gestito modificando il peso relativo delle diverse monete dentro il paniere, se spuntano discrepanze

tra i diversi incroci.

Singapore e Turchia sono esempi che hanno agganciato le proprie monete a un paniere di altre valute.

Sistemi a cambio variabile
Nei Sistemi di gestione a cambio variabile, il tasso di cambio è determinato direttamente dagli operatori, e può quindi oscillare in base alle mutate condizioni del mercato Forex.

La caratteristica principale di un sistema di cambio variabile è che il prezzo di una moneta si adegua automaticamente a qualsiasi livello necessario per equiparare la domanda e l’offerta, creando un equilibrio nei flussi di capitali da e verso il paese, espresso nella bilancia dei pagamenti.

E’ comunque rischioso lasciare muovere i tassi di cambio in totale libertà, per cui a volte le autorità monetarie possono cercare di influenzare il valore della moneta al fine di prevenire quotazioni troppo alte o troppo basse rispetto alle altre valute.

Un esempio di questo lo stiamo vedendo in Giappone, dove l’economia è in stasi: la banca centrale sta cercando di indebolire lo yen (JPY), attraverso una politica di dichiarazioni che perseguono lo scopo di ottenere uno yen più debole, cosa che consentirebbe all’economia giapponese una maggiore competitività nelle esportazioni e stimolerebbe la crescita dell’economia.

Uno dei principali effetti dei sistemi di cambio variabile è che una valuta può essere soggetta ad ampie fluttuazioni se, a causa di un determinato evento, molti investitori o operatori agiscono nello stesso modo. In altre parole, la moneta diventa sopravvalutata o sottovalutata nel breve termine.

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